Biografia dell'artista

Tino Stefanoni, nato a Lecco nel 1937, ha studiato al Liceo Artistico del Politecnico di Milano. Da più di quarant’anni è presente nel mondo internazionale dell’arte.

Il lavoro di Tino Stefanoni, pur non  appartenendo in senso stretto concettuale, di fatto si è sempre sviluppato nella stessa area di ricerca. Ha sempre guardato al mondo delle cose e degli oggetti del quotidiano, proponendoli nella loro più disarmante ovvietà, come tavole di un abbecedario visivo o pagine di un libretto d’istruzioni dove le immagini sostituiscono le parole. A differenza del mondo animale e del mondo vegetale che non sono di pertinenza dell’uomo, il mondo delle cose è invece l’unico segno tangibile della sua esistenza, e quindi di sua proprietà. traccia del suo pensiero e della sua  storia dove si possono creare arte e bellezza che non sono l’arte e la bellezza della natura.

E’ evidente, nella ricerca, l’interesse a voler presentare le cose più che a volerle rappresentare e, allo stesso tempo, a rivestirle di sottile ironia e magia tratte da un’operazione asettica come in un sogno lucido, pe intenderci, che può elementarità e mistero, due elementi che per loro natura non sono affatto prossimi ma vicini per contrappunto. Anche nei dipinti di oggi, dove i canoni della pittura classica (nel senso stretto del termine) sono volutamente esasperati a favore di una didattica del pittorico (luce charoscuro disegno colore), si rivela sempre il mondo delle cose che, pur restando il momento risolvente del suo lavoro,  si carica naturalmente di significati metafisici, gli stessi significati dei dipinti dal tratto nero e sfumato definibili come sinopie dei precedenti.

L’incantato disincanto – La pittura come oggetto – Lo stato dei fatti – L’ironia oggettiva – L’illusione svelata – Amori platonici – Emoticon – sono alcuni dei significativi titoli dei testi scritti sulla sua opera. Il finto incantamento, dunque, della sua pittura apparentemente classica, traveste il momento lirico-concettuale del suo lavoro tutto rigorosamente razionale e, per assurdo, <>, al punto da voler  sottolineare che la pittura è null’altro che un oggetto per la mente come la sedia, il tavolo o il letto sono oggetti per il corpo  

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